Ma allora come si fa, possibile che un popolo sia così dotato di autocontrollo da negarsi anche una semplice imprecazione o non riesca a descrivere una situazione scurrile che poi pratica come tutti, comunque assai volentieri? Ecco che spunta l'intelligenza e quindi all'espressione volgare viene sostituito un giro di parole edulcorato che lo descriva. Ecco dunque nel Sogno della camera rossa (vedi qui) che l'azione clou del sesso, viene detta il gioco della pioggia e delle nuvole e così via. Tuttavia è un po' come rincorrersi tra doping e antidoping, ogni espressione ingentilita, diventa subito, dato il suo significato, volgare e impronunciabile da chi si considera educato e il famoso libro che la conteneva è visto come licenzioso e inadatto alle signorine. Dopo tanti anni il mio amico Ping si è completamente italianizzato però e ogni tanto qualcosa gli scappa, se pur a malincuore, così quando all'indirizzo di un auto che gli aveva tagliato malamente la strada se ne uscì con uno stentoreo Wáng Bā Dàn! se pure inudibile all'esterno dell'auto, capì di averla fatta grossa e si dimostrò reticente alla mia richiesta di spiegazioni.
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giovedì 28 ottobre 2010
Wáng Bā Dàn
Ma allora come si fa, possibile che un popolo sia così dotato di autocontrollo da negarsi anche una semplice imprecazione o non riesca a descrivere una situazione scurrile che poi pratica come tutti, comunque assai volentieri? Ecco che spunta l'intelligenza e quindi all'espressione volgare viene sostituito un giro di parole edulcorato che lo descriva. Ecco dunque nel Sogno della camera rossa (vedi qui) che l'azione clou del sesso, viene detta il gioco della pioggia e delle nuvole e così via. Tuttavia è un po' come rincorrersi tra doping e antidoping, ogni espressione ingentilita, diventa subito, dato il suo significato, volgare e impronunciabile da chi si considera educato e il famoso libro che la conteneva è visto come licenzioso e inadatto alle signorine. Dopo tanti anni il mio amico Ping si è completamente italianizzato però e ogni tanto qualcosa gli scappa, se pur a malincuore, così quando all'indirizzo di un auto che gli aveva tagliato malamente la strada se ne uscì con uno stentoreo Wáng Bā Dàn! se pure inudibile all'esterno dell'auto, capì di averla fatta grossa e si dimostrò reticente alla mia richiesta di spiegazioni.
martedì 26 ottobre 2010
Il Milione 28: Ammassi e meritocrazia.
Cap. 98
Sappiate che il Grande Sire manda messaggi per tutte le province per sapere s'egli hanno danno di loro biade o per difalta di tempo o di grilli o per altra pistilenza. E s'egli truova che alcuna sua gente abbia questo dannaggio, no gli fa torre alcun tributo, ma fagli donare di sua biada acciò ch'abbiano da seminare e mangiare. E questo è un grande fatto di un signore a farlo.
In pratica il classico sistema degli ammassi praticato dai Consorzi agrari per regolamentare le punte di prezzo, evitando così le speculazioni del mercato. Tutto controllato efficacemente da schiere di funzionari imperiali e di ministri efficientissimi, scelti attraverso i micidiali esami da Mandarino che si tenevano nella capitale una volta all'anno, con una selezione durissima che promuoveva alle più alte cariche della amministrazione dello stato solo le eccellenze e i più capaci, sia che fossero rampolli nobili o figli di contadini delle più lontane province, secondo la tradizione confuciana. E' incredibile, pensate che rozzo barbaro, decidere di scegliere come ministri solo i più meritevoli e capaci, solo chi dimostrasse di essere davvero il più bravo! Cose di altri tempi, per fortuna oggi le cose sono cambiate e il progresso ha indicato altri meriti. Il Gran Khan era soltanto un capo tribù mongolo che pretendeva di far funzionare il suo impero, convinto che questo aiutasse la gente a stare meglio, della corruzione, poi non si preoccupava troppo, tanto quando ne beccava uno che faceva la cresta sugli appalti pubblici, zac, c'era sempre il supplizio delle mille morti.Cap. 102
Quando è grande abbondanza di biade, il Sire ne fa fare molte canove d'ogni biade, come di grano, miglio, panico, orzo e riso e falle sì governare che non si guasteno, poscia quando è il grande caro, s'il fa tirar fuori. E tienlo talvolta 3 o 4 anni e fa 'l dare per lo terzo o per lo quarto di quello che si vende comunemente e in questa maniera non vi può essere grande caro.
mercoledì 20 ottobre 2010
Cè suǒ.
sabato 16 ottobre 2010
Il milione 28: Pane e cartamoneta.
Cap. 94
E sappiate per vero che in Cambalu viene le più care cose e di maggiore
valuta del mondo, e ciò sono tutte le cose che vegnon dall'India, come pietre preziose e perle, che son recate a questa villa e ancora che son recate dal Catai e da tutte altre province. E più mercatantie qui si vendono e qui si comprano; ché voglio che sappiate che ogni die vi viene in quella terra più di mille carrette caricate di seta, perché vi si lavora molti drappi e ad oro e a seta. E bene d'intorno a 200 miglie vegnono per comprare quello che bisogna, sicché non è maraviglia se tanta mercatantia vi viene.
Cap. 95
Or vi diviserò del fatto della seque (la zecca) e della moneta che si trova in questa città. Or sappiate ch'egli fa fare una cotal moneta dalla scorza di un albore cgelso e di quella buccia fa fare carta come di bambagia e sono tutte nere. Così egli ne fa di piccole che vagliono una medaglia di torneselli piccioli, l'altra un tornese, l'altra un grosso d'argento di Vinegia, l'altra un bisante d'oro e l'altra 2 e l'altra 5 e così fino a 10 bisanti. E tutte queste carte son suggellate dal grande sire e egli ne fa fare tutti li pagamenti in tutte le province e regni e nessuno osa rifiutare a pena della vita. E di questa moneta si paga ogni mercatantia e di perle, d'oro, ariento e di pietre preziose. E se a qualcuno si rompe o guastasi, il grande sire, incontamente gliene cambia, ma gliene lascia 3 per 100. E se qualcuno abbisogna di ariento e oro, va alla tavola e il grande Sire gliene da quanto vuole per queste carte.
martedì 12 ottobre 2010
Il milione 27: Uova e signorine.
Cap. 94
...e dentro la città non osa istare niuna mala femina che fa male di suo corpo per danari, ma stanno tutte negli borghi. E sì vi dico che femmine che fallano per danari ve n'à ben 20.000 e tutte vi abbisognano per la grande abbondanza di mercatanti e forestieri che vi capitano tutto die. Adunque potete vedere se in Cambaluc à grande abbondanza di genti, da chè male femine v'à cotante com'io v'ò contato.
Credo che gli interessati abbiano sempre trovato con una certa facilità il materiale che cercavano. Oggi mi dicono che la globalizzazione stia uniformando anche questo settore commerciale che non ha mai conosciuto crisi. Figuriamoci in quella che si avvia a diventare la più grande economia mondiale. Lasciamo quindi i nostri mercanti sparpagliati nella miriadi di locande e nei ristorantini della città del commercio a chiacchierare con sottili allusioni, mangiucchiando qualche stuzzichino in attesa di andare a cena, magari con una tazziona di Mao Tai caldo e un piattino di uova dei cent'anni, ben disposte a fettine sottili, con l'albume diventato di un trasparente traslucido dal colore ambrato, col tuorlo rassodato quasi nero, dal sapore intrigante e misterioso. In realtà bastano sei mesi a farle, mi pare, dopo averle conservate con cura sotto uno strato di calce. Per saperne di più date un'occhiata da Acquaviva qui. Ma questo è un altro argomento e ne parleremo un altra volta.
martedì 5 ottobre 2010
Il Milione 26: Spaghetti a colazione.
Cap. 88/94E quando lo sire viene alla mastra città di Cambaluc, egli dimora nello palagio. Tiene grande corte e grandi tavole e grande festa e mena grande allegrezza con tutte sue femmine... E fanno loro festa a capo d'anno del mese di febbraio. Egli e sua gente si vestono di vestimenta bianche perché a loro prenda tutto l'anno bene e allegrezza. E la mattina di quella festa , prima che le tavole siano messe, tutti vengono a la sala dinanzi al grande Khane e quegli che qui non cappiono dimorano al di fuori dal palagio.