Se fossi un ragazzo giovane e dovessi entrare oggi nel mondo del lavoro, sarei molto preoccupato e incazzato anche; da un lato ti dicono che sei un bamboccione che non hai voglia di fare nulla, dall’altro ti offrono lavori in nero a 6/800 euro e te ne chiedono altrettanti per affittare una stanza; poi sul giornale leggi che dei poveri datori di lavoro non riescono a trovare decine di cuochi e devono chiudere i loro locali, mentre il giorno dopo un cuoco risponde che da 18 anni riesce a lavorare solo in nero per poco più di un migliaio di euro con 13 ore di lavoro e appena chiede di essere messo in regola, rauss!
I cinesi hanno sempre avuto ben chiaro che i rapporti di lavoro sono rapporti di forza, in cui chi comanda ha su di te ogni diritto e tu nessuno. Come sempre lo si vede bene nella lingua. Oggi esaminiamo l’interessante carattere Lì-隶. E’ costituito dall’ideogramma di mano (in alto) che afferra la coda di un animale visto dall’alto (sotto) e di cui si notano le quattro zampe che tentano inutilmente di resistere allargandosi al massimo nelle quattro direzioni. Il significato originario era ovviamente quello di afferrare, ma subito ne ha assunto un altro: “subordinato, lavoratore dipendente”. Unito a Nú (servo) – 奴隶 , si ottiene schiavo.
Sempre più chiaro ed evidente. Certo un tempo i sacerdoti portavano le vittime al sacrificio tirandole per la coda. Oggi ad essere tirato per la coda e condotto al macello è chi è più debole ed in stato di necessità. Se non sei così debole, i nostri bravi cinesi dicono che: “ Hai una coda troppo grossa per scodinzolare”, se invece sei in stato di necessità, sei uno che “muove la testa e dimena la coda”. E’ il mercato amico mio, devi rassegnarti, è la legge della domanda e dell’offerta. Il problema è che mi sembra siamo tornati ad un periodo di capitalismo selvaggio in cui tutto è permesso. Il guaio è che queste situazioni hanno la tendenza a finire tutte malamente e se poi la gente si incazza davvero di aprire il giornale e leggere solo delle cucine a Montecarlo o delle puttane a palazzo, sono grane grosse, perché quando monta la rabbia, non si intendono più ragioni, si strappa la coda e si spacca tutto.
I cinesi hanno sempre avuto ben chiaro che i rapporti di lavoro sono rapporti di forza, in cui chi comanda ha su di te ogni diritto e tu nessuno. Come sempre lo si vede bene nella lingua. Oggi esaminiamo l’interessante carattere Lì-隶. E’ costituito dall’ideogramma di mano (in alto) che afferra la coda di un animale visto dall’alto (sotto) e di cui si notano le quattro zampe che tentano inutilmente di resistere allargandosi al massimo nelle quattro direzioni. Il significato originario era ovviamente quello di afferrare, ma subito ne ha assunto un altro: “subordinato, lavoratore dipendente”. Unito a Nú (servo) – 奴隶 , si ottiene schiavo.
Sempre più chiaro ed evidente. Certo un tempo i sacerdoti portavano le vittime al sacrificio tirandole per la coda. Oggi ad essere tirato per la coda e condotto al macello è chi è più debole ed in stato di necessità. Se non sei così debole, i nostri bravi cinesi dicono che: “ Hai una coda troppo grossa per scodinzolare”, se invece sei in stato di necessità, sei uno che “muove la testa e dimena la coda”. E’ il mercato amico mio, devi rassegnarti, è la legge della domanda e dell’offerta. Il problema è che mi sembra siamo tornati ad un periodo di capitalismo selvaggio in cui tutto è permesso. Il guaio è che queste situazioni hanno la tendenza a finire tutte malamente e se poi la gente si incazza davvero di aprire il giornale e leggere solo delle cucine a Montecarlo o delle puttane a palazzo, sono grane grosse, perché quando monta la rabbia, non si intendono più ragioni, si strappa la coda e si spacca tutto.
Molto, molto interessante. Se io avessi 18 anni oggi, oltre a "saltare i fossi alla lunga" come diceva mia nonna, studierei cultura e lingua cinesi. Oggi avrei, forse, anche i mezzi per farlo. Quarant'anni fa (son vecchierella!)avevo tanta voglia di conoscere il mondo-altro, come si dice oggi...ma zero possibilià.
RispondiEliminaPerò ho visto la Cina , quella del 1987, quella che non c'è più... e da vicino, seguendo per quasi due mesi mio marito in trasferta...
Ciao.
Tornerò
anche io ho cominciato a muovermi per il mondo 40 anni fa e adesso la voglia è smepre più forte, anch'io ho lavorato con la cina da metà anni 90 in poi e sono affascinato da quel mondo. Dai che di tempo ne abbiamo ancora tanto!
RispondiEliminaSperiamo...
RispondiEliminaThanks forr writing this
RispondiElimina