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lunedì 19 ottobre 2009



Se ancora occorresse sottolinearlo, la grafia cinese è fortemente influenzata da una attenta osservazione di quanto ci circonda. Così il radicale semplice Mù - "occhio" era disegnato nell'antichità come una classica losanga con il segno della pupilla al centro, il più classico dei pittogrammi; se non sbaglio si trova identico nei geroglifici egiziani con il segno Irt che significa appunto vedere. Col tempo il segno venne verticalizzato per uniformarlo alla grafia classica e stilizzato per praticità, riducendo la losanga a rettangolo e la pupilla ai due tratti orizzontali interni. Il carattere serve poi unito ad altri per formare innumerevoli parole della lingua comune, sempre però costruite con il senso poetico della Cina contadina. Così unito al segno di "albero" dà il significato di "ispezionare" (Xiang) rimarcando questo aspetto birichino dell'occhio che osserva stando nascosto dietro ad un albero, quindi guarda, non visto, per poi dare un giudizio successivo non condizionato, anche perchè gli ispettori dell'imperatore erano assai severi ed incorruttibili nel riportargli le magagne che osservavano andando in giro per l'impero; niente mazzette, se no, quando colti sul fatto naturalmente, zac, via la testa. Non è certo che poi questo servisse realmente ad eliminare la corruzione che forse è un tarlo insito nell'uomo, che nessuna scure di boia può fermare. Basti ricordare a questo proposito che i contratti standard che si firmano in Cina contengono una clausola che rimarca l'impegno per il venditore a non usare strumenti di corruzione verso la parte compratrice. Se è necessario sottoscriverlo, significa che la cosa è un bel problema, nonostante tuttora sia prevista in molti casi appunto la pena di morte. Ma per i cinesi , quantomeno era importante che almeno l'imperatore e le persone che lo circondavano non fossero corrotti, perchè questo dava armonia a tutto quello che ne discendeva e l'esempio (dice il solito proverbio cinese) viene dalla stanza più alta. Che levità, che senso della poesia, come quello appunto, che conduce al secondo carattere di oggi: Mi -sorridere-. Quando si pensa a quanto abbiamo appena detto, per esempio, i muscoli mimici si contraggono e gli occhi si stringono fino a diventare piccole fessure, piccole appunto come come granelli di riso, ovali e sottili, dunque ecco accanto al segno di occhio quello del riso (-Mi- appunto che serve anche a ricordane la pronuncia fonetica). Ridere fa bene, sorridere ancora di più, serve a vedere il modo e le sue corruzioni con un occhio (appunto) distaccato e sereno.

mercoledì 7 ottobre 2009

Un liuto.

Oggi sono un po' giù di corda, quindi non vi tratterrò a lungo, cosa del resto richiesta da molti; vi prego soltanto di porre la vostra attenzione su questo pensiero di Liu Chang Chin, uno dei più grandi poeti del periodo Tang.

Ascoltando il suono del liuto.

Sul tintinnare del liuto a sette corde,
sento il sibilo calmo del vento tra i pini.
Amo quel brano, anche se è antiquato;
la gente d'oggi, del resto, per lo più non sa suonare.