Il nostro Marco Polo, ormai ambasciatore plenipotenziario del Gran Khan, comincia i suoi viaggi verso sud, dove gli si aprono scenari completamente nuovi, paesi esotici e ricchi di profumi di spezia e di potenzialità commerciale, le stesse sensazioni che non possono non cogliere chi oggi gira per l'Asia. Attraversa il fiume Giallo, confine tra il regno di mezzo e il reame di Mangi, la seconda colossale via d'acqua cinese, folgorato dall'energia che la percorre.
Cap. 134Quando l'uomo è ito per tre giornate a mezzodie truova città e castella e di capo giugne allo grande fiume Cameraman (Huang Ho , il fiume giallo) che vien de la terra del Preste Gianni (si riferisce ad una figura mitica dell'Asia centrale, a capo di un regno di cristiani Nestoriani) e ch'è largo un miglio e molto profondo, sì che bene puote andare grande nave. E in questo fiume à bene 15.000 navi del Grande Cane per portare sue cose. Quando l'uomo ha passato questo fiume, entra nel reame del Mangi e lo conquistò il Grande Cane.
Questa parte era allora come adesso la più ricca e produttiva della Cina ed è proprio in questa area che si addensano le maggiori attività commerciali. La sua linfa vitale la percorre immensa ed inarrestabile. E' il fiume Azzurro, lo Yang Tse Kiang, la via d'acqua più popolata del mondo.
Cap. 143
Quando si va per isciloc (oriente) per 15 miglia, si truova la città di Signi in sul maggiore fiume del mondo, ch'è chiamato Quian. Egli è largo fino a 10 miglia e lungo più di 100 giornate. E per le molte città che sono su per quel fiume va più mercatantia e più cara che per tutti i fiumi del mondo...che io vidi a questa città una volta 15.000 navi aportate.
Davvero uno spettacolo incredibile, il fluire di tutto questo traffico sul grande fiume fino alla città sull'Oceano, oggi la colossale Shang Hai (letteralmente Sul Mare), forse allora piccolo villaggio di pescatori sul delta del fiume. Ho avuto il privilegio di vedere i cambiamenti di questa città incredibile durante tre lustri, un luogo con una vitalità ed una forza straordinaria. Ogni volta che ci tornavo trovavo interi quartieri stravolti e irriconoscibili. In soli tre anni l'isolone di sabbia di fronte al Bund, la sfilata di edifici commerciali di inizio secolo che l'impero britannico ha posto sulla riva, si è trasformato, da un cantiere pieno di gru, in una selva di grattacieli multicolori e sfavillanti di luci.
Ero davanti alla vetrata della torre della televisione, davanti ad un piatto di delicate trigliette stufate coi cipollotti e le fettine di germogli di bambù (vedere da Acquaviva per la ricetta assieme allo splendido post) sui tavolinetti del ristorante girevole. Duecentocinquanta metri più in basso le navi scivolavano lente sul sinuoso nastro azzurro, un vorticoso muoversi senza fine, un insaziabile desiderio di affermazione, di ricerca di ricchezza e di potenza. Oggi in questa città trovi tutto quello che offre il mondo; puoi mangiare il Churrasco brasiliano come bere vino in una Brachetteria, degustando, tra cinesi compiti, il profumato ed unico vino dell’Acquese. Questo incredibile paese sta correndo su di un rollercoaster in continua accelerazione, senza più potersi fermare. Credo che abbia in mano la palla in assoluto e l'unico modo perché questa corsa si arresti, è che si faccia del male da solo.
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