Oggi la carovana dei Polo a cui mi sono improvvidamente unito e con cui mi trovo benissimo (in verità sono degli eccellenti compagni di viaggio), si prende ancora una pausa in attesa di farsi raggiungere da Acquaviva che, come vi ho anticipato, dal suo raffinatissimo blog di cucina dai sapori internazionali, vuole onorarci unendosi a noi lungo il viaggio e come immaginerete le salmerie sono essenziali in una spedizione, quindi valgon bene una sosta. D'altra parte i fratelloni si fermarono a Kazan (Bolgara) per circa un anno, quindi giorno più o meno, che sarà mai! Certo che anche per loro e per il commercio in generale, una conoscenza, anche se non approfondita e limitata ad un lessico essenziale delle lingue dei paesi attraversati, è di vitale importanza per il mercante di tutti i tempi. Ecco perchè, seguendo le regole della tuttologia, impararle male, purchè siano molte, anche io ho sempre cercato di avere qualche rudimento, anche se minimo o parziale degli idiomi con cui sono venuto a contatto. Certo non si deve avere la presunzione di credere di parlarle, queste lingue, ma la conoscenza anche minima di qualche frase risulta sempre utile e fa sempre simpatia nelle trattative commerciali. Tra l'altro si notano anche interessanti punti in comune tra lingue magari lontanissime. Ad esempio la parola "caro" (utilissima nelle trattative) ha la stessa doppia valenza materiale di "costoso" e spirituale di "prezioso, vicino affettivamente" anche in russo e in cinese. Così veniamo agli ideogrammi di oggi. Infatti quando si chiede ad un cinese "Come ti chiami?" si usa la frase "Tu (tuo) caro cognome? - Ni gui xing? " E' interessante il carattere xìng 姓, costituito da due parti, la sinistra (nu - donna) e la destra (sheng - nascere), in quanto nell'antichità la società cinese era decisamente matriarcale ed il cognome procedeva per via matrilineare, mentre guì - 贵, (caro, prezioso) è preso qui nella sua accezione spirituale. Si noti come il carattere sia composto dai due più semplici, zhòng - 中, che significa nel mezzo e più sotto, jiàn - 见, che significa vedere. Cioè, bisogna guardare ben dentro a una cosa o nell'intimo di una persona, per scoprirne, la preziosità, il valore, la rara unicità. Ma appaiata a questa è necessario ben conoscere un'altra frase fondamentale: "Tai gui la!" pronunciata con enfasi e rincrescimento allo stesso tempo, che significa "Troppo caro!" basilare in tutte le trattative di mercatura. Certo i Polo la conoscevano bene in tutte le lingue, senza fare confusioni e a tal proposito, mi torna alla mente una situazione divertente occorsa a mia suocera quando tanti anni fa volle partecipare, soddisfazione di una vita, ad un viaggio organizzato nelle lontane Indie. Molto amante dei mercati e desiderosa di sperimentare l'arte della contrattazione alle bancherelle del lontano paese, era tuttavia sprovvista dei mezzi tecnici necessari, padroneggiando soltanto l'idioma piemontese oltre all'italiano. Prima della partenza, quindi cercammo di addestrarla a fondo, ma si sa che ad un certa età imparare le lingue è difficile. Ci limitammo quindi a due sole espressioni inglesi, assolutamente basilari: How much? - Quanto costa? e Too much! - Troppo caro! con cui ritenevamo fosse possibile condurre degnamente qualsiasi trattativa. Giunta quindi al mercatino tibetato di Jampath Road a Delhi, si precipitò immediatamente tra i banchi, affascinata dal rutilare travolgente dei colori e dagli odori indiani e innamoratasi subito di alcune deliziose pashmine che formavano una cascata di morbidezza, riempiendo completamente l'ingresso di un negozietto, prese il coraggio a due mani e si diresse con decisione verso il sonnolento venditore che stava appollaiato su un trespolo di fianco all'ingresso. Si piazzò davanti al tipo e puntato il dito verso l'oggetto dei suoi desideri lo apostrofò con sicurezza con un deciso: "Too much". Il venditore, ormai rotto a tutti gli approcci commerciali, allargò le braccia e sembra abbia contestato qualcosa dal significato presupponibile di: "Lo so, ma tutto aumenta, vuol dire che le farò un bello sconto." Come sempre, quando c'è la volontà di capirsi, la trattativa andò a buon fine e la bella sciarpa fa ancora bella mostra di sé dopo venti anni.
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